Perché i neonati sorridono?
- sonia extra
- 27 set 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Lo fanno per provocare un sorriso nella mamma" Sono lì, adagiati nella loro culla o nella carrozzina, sotto lo sguardo amorevole della mamma e del papà e, ad un certo punto, sorridono. Perché lo fanno? Da cosa deriva questo gesto dei neonati? Secondo una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista PLOS ONE, il loro sorriso non sarebbe affatto inconsapevole, anzi: i piccoli avrebbero tutta l'intenzione di sorridere e il loro scopo sarebbe quello di far sorridere, di riflesso, le persone con cui interagiscono. Ma c'è di più: proprio come i comici che cercano il momento giusto per fare la battuta e per massimizzare la risposta del pubblico, anche i neonati sceglierebbero la circostanza opportuna, per godere appieno del sorriso altrui, facendo il minimo sforzo.
"Se avete mai interagito con i bambini, sicuramente avete notato che sorridono solo in alcuni momenti e, di sicuro, non a caso", spiega Javier Movellan, uno degli autori dello studio e ricercatore del Machine Perception Laboratory della University of California. "Provarlo, però, è difficile", aggiunge. Per la loro ricerca, gli studiosi hanno utilizzato una complessa tecnologia robotica: hanno prima studiato le abitudini di molti piccoli volontari, basandosi su dati raccolti in precedenza, e poi hanno programmato un robot che somigliasse il più possibile ad un bambino. Facendo poi interagire questa macchina con alcuni studenti hanno notato che il robot tendeva a farli sorridere il più possibile, sorridendo, a sua volta, il minimo che poteva.
I risultati dello studio hanno sorpreso gli stessi ricercatori: "Pensavamo che i bambini sorridessero senza alcuno scopo o che, al limite, il loro fosse un sorriso di risposta", ha affermato Paul Ruvolo, professore dell'Olin College of Engineering della University of California. Nonostante siano arrivati a pensare che esiste, in effetti, un'intenzione da parte dei piccoli, gli studiosi rimangono cauti e ammettono di non conoscere ancora cosa li spinge a farlo, se sia, magari, un particolare meccanismo cognitivo o altro.
Secondo Dan Messinger, della University of Miami, la ricerca rappresenta un enorme passo in avanti: "Ciò che rende il nostro studio unico è che i precedenti approcci per studiare l'interazione neonato-genitore essenzialmente descrivevano degli schemi. Non possiamo dire se la mamma o il piccolo stanno provando ad ottenere un'interazione. Ma abbiamo capito che i neonati hanno i loro obiettivi da ottenere da quest'ultima e che cercano di farlo anche prima dei quattro mesi d'età".
Fonte: Uffingtonpost
Comments